Trek-Segafredo, Mads Pedersen sulla maglia arcobaleno: “Non devo dimostrare a nessuno che la merito. Voglio onorarla al massimo”

Mads Pedersen ricomincerà la sua stagione dalla Vuelta a Burgos 2020. Il danese avrà così la possibilità di esibire nuovamente la sua maglia iridata conquistata ai Mondiali di Yorkshire 2019 nella breve corsa a tappe iberica, in programma dal 28 luglio al 1 agosto. Il corridore della Trek – Segafredo non è riuscito ad ottenere nella prima parte di 2020 i risultati che in molti si sarebbero aspettati da lui e si augura di riuscire a invertire la tendenza da qui alla fine dell’anno. Il suo calendario sarà particolarmente intenso con Giro di Polonia (5-9/8) e Tour de France (29/8-20/9) in programma prima di concentrarsi sulle Classiche.

Purtroppo il lungo stop delle corse lo ha privato di tanti mesi di gare nelle quali avrebbe potuto indossare la prestigiosa maglia arcobaleno che sente di meritare appieno: “Non devo mostrare a nessuno che merito la maglia. Quel giorno ho vinto e me lo sono meritato – le sue parole riportate da cyclingnews – Le persone mi chiedono se sento pressione ma, ad essere sincero, so di avere molta pressione sulle spalle. Per essere chiaro al 100% se c’è qualcuno che vuole sfoggiare di più questa maglia e il suo rispetto per la maglia, sono io. Voglio mostrare quanto è bella, voglio onorarla. Voglio dimostrare che merito questa maglia”.

I suoi principali obiettivi stagionali rimangono le Classiche e soprattutto la Parigi-Roubaix, quindi non ci si deve stupire se in alcune corse, come capitato ad inizio stagione, vedremo il campione del mondo mettersi a lavorare per i compagni di squadra: “Quando le persone mi criticano perchè ho lavorato per Richie Porte al Tour Down Under o per non aver provato a fare le mie cose, sul serio non me ne frega niente – ha continuato – Non è un mio problema. So cosa sto facendo e voglio onorare quella maglia. Voglio farlo a modo mio e se sono contento dei miei risultati e se sto raggiungendo gli obiettivi che sto perseguendo, nessuno può rimanere deluso”.

Infine il danese ci tiene a precisare che non contano quanti giorni di corse farà ancora in maglia iridata: “Dico alla gente che tra dieci anni non ci si ricorderà di quanti giorni di gara ho corso con la maglia. L’unica cosa che verrà ricordata è che ho vinto ad Harrogate. Sono contento di aver vinto un campionato del mondo e mi diverto ogni volta che riesco a tirare fuori la maglia, che si tratti di un allenamento di un’ora o di una corsa di sei ore, mi diverto. Non posso certo cambiare il coronavirus o il mondo in questo modo, ma sono contento di aver vinto i Mondiali e mi godrò le gare che ho ancora da correre con quella maglia addosso”.

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